Rocca dei Caccia (sec. XV - XVII)
Scheda
Nome | Descrizione |
---|---|
Indirizzo | Via Roma n. 21 |
Apertura | Chiuso - Privato - Visibile dall'Esterno |
Tariffe | Gratuito |
Pubblicazioni | Paesi Fra collina e Sesia (8) - Provincia di Novara 1995 |
Il paese di Castellazzo Novarese sorse verso la fine del medioevo attorno ad una vecchia fortificazione semiabbandonata, dalla quale prese il nome, appartenuta alla potente famiglia dei Da Camodeia, illustre soprattutto tra Duecento e Trecento.
Camodeia era la denominazione del medesimo centro abitato nei secoli precedenti, sviluppatosi attorno all'antica chiesa di Santa Maria, ora non più esistenza , situata a qualche centinaio di metri a sud-ovest della fortificazione. Nei primi anni del Quattrocento l'antica fortezza dei Da Camodeia, insieme con estese proprietà terriere, fu acquistata dalla ricca e potente famiglia noavrese dei Caccia da Mandello, che verso la fine di quel secolo la ristrutturarono profondamente, innalzandovi nell'angolo sud-ovest una rocca. Lo stemma della nobile famiglia campeggia ad affresco al centro della facciata meridionale, verso la strada. Dalla rocca di Castellazzo si vedono agevolmente ad occhio nudo la torre di Mandello ad ovest e la rocca di Briona ad est.
Oggi il castello si presenta come un vasto ed imponente complesso di edifici di epoche diverse, dal secolo XV al XVII ed oltre. La porzione occidentale presenta un poderoso muraglione trecentesco, coronato da eleganti merlature e da fregi in cotto; ai piedi della muraglia, sulla quale stanno ancora le feritoie di un ponte levatoio pedonale, si vede ancor oggi il fossato protettivo. Al centro del lato meridionale, affacciata sulla strada principale del paese, si innalza la rocca quattrocentesca vera e propria dei Caccia, di salda struttura quadrilatera, coronata da merlature con camminamenti e caditoie sottostanti, munita di torri verso est. Appena sotto le caditoie si notano sette grandi aperture circolari (quattro sulla facciata sud e tre sulla facciata est) attraverso le quali era possibile sparare sugli eventuali assalitori con altrettante bomberdiere. Tra i merli e le caditoie, invece, è collocata una serie di piccoli di piccoli fori circolari: erano probabilmente destinati agli archibugi. Nella base della torre del lato est sono ancora visibili le feritoie entreo le quali scorrevano le travi mobili (bolzoni) atte a sostenere i ponti levatoi per l'ingresso carraio e per la postierla pedonale, oggi entrambi murati.
Verso nord la rocca si salda con la parte trecentesca del castello, caratterizzata dalle ampie cortine muraie, appena ingentilite da alcune finestre con decorazioni in cotto e da una lieve cornice, sempre realizzata in cotto, lungo la linea di gronda. La rocca, un tempo cinta da proprio fossato per meglio difenderla e munita di porprio ponte levatoio, ha all'interno un cortile sul quale si affaccaivano due piani di ballatoi in legno, oggi non più esistenti. Annessi al castello vero e proprio, verso est, sorgono altri edifici di età rinascimentale e barocca, tra i quali la chiesa privata.
Proseguendo oltre il castello, all'incrocio tra via Roma e via Novara, sorge ancora l'edificio di un'antica ghiacciaia, consistendo in una costruzione circolare in mattoni con tetto in tegole sormontato da una croce in ferro.
Camodeia era la denominazione del medesimo centro abitato nei secoli precedenti, sviluppatosi attorno all'antica chiesa di Santa Maria, ora non più esistenza , situata a qualche centinaio di metri a sud-ovest della fortificazione. Nei primi anni del Quattrocento l'antica fortezza dei Da Camodeia, insieme con estese proprietà terriere, fu acquistata dalla ricca e potente famiglia noavrese dei Caccia da Mandello, che verso la fine di quel secolo la ristrutturarono profondamente, innalzandovi nell'angolo sud-ovest una rocca. Lo stemma della nobile famiglia campeggia ad affresco al centro della facciata meridionale, verso la strada. Dalla rocca di Castellazzo si vedono agevolmente ad occhio nudo la torre di Mandello ad ovest e la rocca di Briona ad est.
Oggi il castello si presenta come un vasto ed imponente complesso di edifici di epoche diverse, dal secolo XV al XVII ed oltre. La porzione occidentale presenta un poderoso muraglione trecentesco, coronato da eleganti merlature e da fregi in cotto; ai piedi della muraglia, sulla quale stanno ancora le feritoie di un ponte levatoio pedonale, si vede ancor oggi il fossato protettivo. Al centro del lato meridionale, affacciata sulla strada principale del paese, si innalza la rocca quattrocentesca vera e propria dei Caccia, di salda struttura quadrilatera, coronata da merlature con camminamenti e caditoie sottostanti, munita di torri verso est. Appena sotto le caditoie si notano sette grandi aperture circolari (quattro sulla facciata sud e tre sulla facciata est) attraverso le quali era possibile sparare sugli eventuali assalitori con altrettante bomberdiere. Tra i merli e le caditoie, invece, è collocata una serie di piccoli di piccoli fori circolari: erano probabilmente destinati agli archibugi. Nella base della torre del lato est sono ancora visibili le feritoie entreo le quali scorrevano le travi mobili (bolzoni) atte a sostenere i ponti levatoi per l'ingresso carraio e per la postierla pedonale, oggi entrambi murati.
Verso nord la rocca si salda con la parte trecentesca del castello, caratterizzata dalle ampie cortine muraie, appena ingentilite da alcune finestre con decorazioni in cotto e da una lieve cornice, sempre realizzata in cotto, lungo la linea di gronda. La rocca, un tempo cinta da proprio fossato per meglio difenderla e munita di porprio ponte levatoio, ha all'interno un cortile sul quale si affaccaivano due piani di ballatoi in legno, oggi non più esistenti. Annessi al castello vero e proprio, verso est, sorgono altri edifici di età rinascimentale e barocca, tra i quali la chiesa privata.
Proseguendo oltre il castello, all'incrocio tra via Roma e via Novara, sorge ancora l'edificio di un'antica ghiacciaia, consistendo in una costruzione circolare in mattoni con tetto in tegole sormontato da una croce in ferro.
Tratto da:
Paesi fra Collina e Sesia - Provincia di Novara 1995
a cura di Franco Dessilani